Viterbo – “Le criticità rischiano di portare al collasso il gestore, serve con urgenza un percorso condiviso”. Talete, ai fondi Arera la cui procedura è partita nel 2018 e rimasta senza risposta, alla ricerca di soci privati cui il comune di Viterbo medita di opporsi, adesso si aggiunge il caro energia. Ce n’è abbastanza per Egato, l’ente di governo dell’Ato1 Lazio Nord, per scrivere a regione, Arera, regione, la stessa Talete, ai comuni e alla provincia, per fare presente le difficoltà.
E sottolineare che occorre agire d’urgenza. Si rischiano ripercussioni negative sulla continuità del servizio.
Per questo, l’Egato nel prospettare la situazione, avanza anche una possibile soluzione transitoria. Trasferire i comuni dell’Ato1, definito debole, all’Ato2, visto che i tempi per l’adozione dell’Ato unico regionale si prevedono non brevi, anche perché la regione, che lo dovrebbe adottare, è prossima al ritorno al voto.
Uno spunto di seria riflessione in cui non manca la dettagliata descrizione della via crucis lunga tre anni per accedere ai famosi 40 milioni del fondo di perequazione Arera.
Procedura avviata a dicembre 2028, richiesta reiterata nel 2019, anche con la proposta d’adeguamento tariffario.
Nessun riscontro, fanno sapere da Egato. Da quelle parti non intendono arrendersi e la richiesta sarà riproposta, ma visti i precedenti, meglio non avere grandi aspettative.
Nel frattempo, la ricerca di un socio in grado d’acquisire il 40% del capitale Talete non è ancora conclusa. Mancano alcuni passaggi, se ne parla almeno nel 2023, ma il comune di Viterbo medita di ricorrere.
Procede, intanto, il commissariamento dei comuni che non hanno ancora ceduto il servizio, ma occorrerebbe fare in fretta, ma c’è la procedura d’infrazione europea e adesso il costo energetico schizzato alle stelle. Quadro piuttosto complesso e tempi stretti. Ai soci e non solo a loro, le valutazioni del caso.
Giuseppe Ferlicca
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